Un anno di pubblicazione di
"Aprile": 365 giorni di vita quotidiana, ma anche di vita politica,
di elezioni amministrative e di eventi consiliari turbolenti. L'unico a conservare la
solita flemma pare essere il Presidente
della Regione.
La legge sugli staff e il Super
Segretario.
Avevamo iniziato il nostro racconto, in
questo giornale, parlando della "legge
poltronificio", al tempo chiamato ancora
DL 107, diventato poi la Legge
Regionale n. 10 del 21 giugno 2021.
Non siamo riusciti a bloccare quella
legge, nè come opposizione consiliare,
nè con le proteste dei sindacati e dell'opinione pubblica. Oggi, dopo un anno
dall'approvazione, ci chiediamo: si trattava davvero
di "norme urgenti per il
rilancio delle attività di
impulso, coordinamento e
attuazione degli interventi della Giunta
regionale"? I fatti paiono smentire il titolo
della legge. Dopo innumerevoli colpi di
scena, si è insediato il Segretario
Generale della Regione, quel magistrato
del TAR che tante volte si era trovato a
dirimere controversie relative alla
Regione; una nomina se non illegittima,
sicuramente non opportuna. Potremmo,
tuttavia, immaginare che il suo operato
abbia prodotto risultati eccellenti... E'
cosi? Non sembrerebbe. Gli unici interventi del Super Segretarissimo sono
stati ininfluenti o ridondanti (ricordate il
famoso "bignamino" dei procedimenti
amministrativi? Ne abbiamo accennato
su Aprile n. 10 nell'articolo "Una direttiva
può bastare: proclami e finte innovazioni
alla RAS").
E la tanto declamata efficienza della
pubblica amministrazione, lo sprint che
l'esercito dei nuovi assunti negli staff
assessoriali doveva dare? Per ora tutto
fermo. Non sono stati ancora interamente assunti o la loro presenza è comunque ininfluente. Di sicuro, non sono stati
nominati i tre capi dipartimento: anch'essi dovevano, secondo le parole della
maggioranza, imprimere nuova linfa
all'azione amministrativa attraverso il
coordinamento tra Assessorati. A pensar
mal, si potrebbe dire che anche queste
nomine siano legate alla spartizione del
potere dei partiti nello scacchiere regionale. La stessa cosa, ahinoi, possiamo
dirla in relazione alle nomine del settore Sanità, un "pasticciaccio brutto" come
direbbe Carlo Emilio Gadda, perpetrato
sulle spalle dei sardi, con una maggioranza che, lungi da aver posto rimedio
alla situazione catastrofica della sanità
isolana, rischia (per la presunta illegittimità di alcune nomine carenti di requisiti)
di produrre addirittura atti nulli e inefficaci.
Aspettando i CDA.
E che dire degli enti regionali senza
testa? Paradossale la situazione
dell'Ente Regionale per il diritto allo
Studio Universitario (ERSU) per esempio, che da mesi attende la nomina di un
presidente e dei revisori dei conti. Gli effetti di questa inerzia nelle nomine sta
producendo seri danni agli studendi universitari sardi e di peggiori potrebbe produrne per il prossimo anno accademico,
qualora non vengano definite le nomine.
Critica anche la situazione dell'Istituto
Superiore Regionale Etnografico (ISRE)
che, dopo le dimissioni a fine 2021 della
dirigente regionale nominata commissaria nel gennaio 2020 e dopo che per ben
4 mesi la deliberazione di giunta regionale era rimasta segreta, finalmente il 2
maggio 2022 vede nominata un'altra
commissaria, sempre dalle fila dei dirigenti regionali. L'ISRE, che per un
Presidente Sardista dovrebbe essere il
fiore all'occhiello della Regione, un gioiello da esibire, una Ferrari da tenere sempre pienamente in corsa, resta quindi in
balia della burocrazia regionale.
Le ragioni di queste mancate nomine, di
questi ritardi, di queste continue proroghe commissariali hanno un nome: DL
101 "Norme di semplificazione, razionalizzazione e distinzione delle funzioni di
direzione politica e direzione amministrativa nell'ordinamento degli enti, agenzie,
istituti e aziende della Regione e di altri
enti pubblici e di diritto pubblico operanti
nell'ambito regionale", nota come "Legge
dei CDA". Infatti, dopo la legge dei super
staff, la maggioranza vuole (davvero)
rivedere i consigli di amministrazione
degli enti regionali, anche in barba alla
legislazione nazionale, passando dall'amministratore unico a collegi di tre o cinque amministratori, ovviamente con
annessa lauta remunerazione. Che ci si
riesca o meno è ancora un mistero, ma
l'effetto che si produce è di lasciare gli
enti senza capo ne coda, con gestioni
commissariali tecniche che, per loro
natura, non possono avere una visione
ampia e una amministrazione politica di
ampio respiro. E i sardi? Possono aspettare.
La legge Omnibus e l'attesa della
Omnibus 2
Abbiamo già avuto modo di trattare
ampiamente (vedi articolo "Il
Supermarket delle risorse pubbliche: la
legge omnibus contiene di tutto, discrezionalità senza discrezione"
su Aprile n. 7 - dicembre
2021) la legge 17/2021,
cosiddetta "legge omnibus":
un fritto misto di norme per
indirizzare risorse a destinatari "puntuali" e con paternità
ben individuabile. Ora, a giugno 2022, possiamo tranquillamente
dire che avevamo ragione: l'approvazione di una legge che destina milioni di
euro alla fine dell'anno è stata per lo più
una sonora fregatura per i beneficiari.
Questi ultimi hanno dovuto, loro malgrado, scoprire che una pubblica amministrazione funziona con tempi e regole e
che non basta essere assegnatari delle
risorse per avere "i soldi in cassa". In
pratica, la Regione non è un bancomat!
A questo proposito, molti dei denari stanziati sono tornati nel pancione di
mamma Regione e aspettano una
nuova Omnibus per fare un nuovo giro
di giostra. Da mesi infatti, per la precisione da marzo 2022, si susseguono gli
annunci della presentazione di una
legge "Omnibus 2", panacea di tutti i
mali, risolutrice di qualsiasi problema si
posi in terra sarda. Fatto sta che, ad
oggi, non esiste neppure una bozza di
legge... ma il tempo corre! I temi dei
ritardi sono sempre gli stessi: il rimpasto
di Giunta imminente, i Direttori delle asl,
i Capi dipartimento.... Ma questo Godot
arriva o no? E intanto i sardi aspettano.
Hanno fatto anche cose buone?
I risultati, quelli veri che incidono sulla
vita delle persone, ci sono stati? Gli
obiettivi sbandierati in campagna elettorale sono stati, anche solo parzialmente
raggiunti? Noi crediamo di no. E se cosi
stanno le cose, ai sardi non resta che
continuare ad aspettare.
Letizia Janas 21.06.2022