Per fare il punto sui 100 giorni di
guerra in Ucraina si è tenuto il
Consiglio di Sicurezza
dell'ONU; durante il quale Pramila
Patten, Rappresentante Speciale del
Segretario Generale sulla Violenza
Sessuale nei Conflitti ha riferito come
crescano le segnalazioni di questo tipo
di aggressione, però non sempre vengono denunciate a causa delle circostanze che si hanno nel Paese. Infatti i
combattimenti ancora in corso, i grossi
sfollamenti interni, le interruzioni dei
servizi che si occupano di questi abusi
nelle zone occupate e la vergogna
sono tutti fattori che
portano le vittime di
abuso carnale a non
denunciare sempre
( s p e c i a l m e n t e
nell'Ucraina orientale). Inoltre dei venti
centri medici ed
ospedali che fornivano assistenza a tali
soggetti, con il sostegno dell'UNFPA,
operativi fino al 24
febbraio 2022, al 18
aprile solo nove di
questi erano ancora
attivi. C'è da dire
anche che nel contesto odierno molte
accuse di violenza sessuale legate al
conflitto sono complesse da comprovare, rendendo difficile valutarne la frequenza.
Per questo motivo a partire dal 3 giugno, un gruppo di monitoraggio
dell'Alto Commissario delle Nazioni
Unite per i Diritti Umani ha ricevuto
segnalazioni di 124 presunti atti di violenza sessuale legata al conflitto, avvenuti contro vari individui diversi per età
e per genere a Chernihiv,
Dnipropetrovsk, Donetsk, Kharkiv,
Kherson, Kiev. La maggior parte delle
vittime sono donne con 56 denunce,
seguite da 49 minori (41 bambine, 7
bambini, 1 di genere sconosciuto) e 19
uomini.
Purtroppo si ha il sospetto che questi
minimi dati raccolti siano solo la punta
dell'iceberg, visto che la Federazione
Russa ha deciso di usare lo stupro
sistematico come arma di guerra. Le
operazioni belliche ancora in atto non
favoriscono una statistica accurata, ma
certo per avere dati solidi non bisogna
aspettare la fine della guerra perché anche un solo caso di violenza sessuale è inaccettabile. Pur non avendo
numeri definiti è necessario fare l'impossibile per espandere la risposta
umanitaria o affinché tutte le parti in
campo attuino misure preventive.
A questo proposito, la Patten ha lodato
la "leadership basata sull'esempio"
delle autorità ucraine per quanto
riguarda un accordo quadro di cooperazione con le Nazioni Unite sulla prevenzione e la risposta alla violenza
sessuale legata ai conflitti, firmato dal
vice primo ministro Olha Stefanishyna il 3 maggio a Kiev.
L'accordo fornirà un'organizzazione
maggiormente efficiente per tutte le
parti interessate, comprese le Agenzie
ONU nel Paese e in quelli vicini, e si
basa su cinque principi principe:
1) rafforzare lo Stato di Diritto e
la responsabilità come aspetto centrale della deterrenza e della prevenzione
dei reati che hanno come oggetto la
violenza sessuale;
2) migliorare l'adeguatezza dei
sistemi di sicurezza e difesa per la prevenzione della violenza sessuale. Ciò
implicherà piani d'azione particolareggiati da parte dell'esercito, della polizia,
delle guardie di frontiera, di altre forze
di sicurezza e difesa governative, tra
cui più di 100.000 volontari;
3) garantire che i sopravvissuti
alla violenza sessuale, così come i loro
figli, abbiano accesso a tutta una serie
di servizi che li sostengano nel superamento del trauma e non solo; che
vanno dalla salute sessuale e riproduttiva al sostegno psicologico, dall'assistenza legale e socioeconomica al loro
reinserimento nella società;
4) sostenere che l'abuso sessuale sia inquadrato all'interno di un accordo di cessate il fuoco e che tal reato si
rifletta in ultima istanza in qualsiasi tipo
di disposizione di un accordo di pace,
incluse quelle relative agli accordi di
sicurezza e ai meccanismi di giustizia
transitoria; il che significa salvaguardare il divieto esplicito delle amnistie per i
crimini di violenza sessuale. In più è
basilare garantire la piena, equa e concreta partecipazione delle donne a tutti
i processi politici, vale a dire anche nei
negoziati di pace. Le organizzazioni
ucraine guidate dalle donne sono attive
in prima linea nella risposta alla violenza sessuale
e di genere, ma finora
sono state escluse da
qualsiasi tavolo negoziale;
5) sconfiggere la tratta di
persone legata ai conflitti
a scopo di sfruttamento
sessuale e prostituzione;
per attuare ciò è necessario rendere consapevole e formare il personale di tutte le forze armate
ed i funzionari dell'immigrazione e richiederà l'intervento degli Stati confinanti o di accoglienza, nonché delle
istituzioni dell'Unione Europea.
Alquanto spesso le esigenze del sesso
femminile in situazioni belligeranti vengono trascurate e trattate come secondarie. Il suddetto accordo le pone in
primo piano e chiede la solidarietà della
comunità internazionale nel sostenere
le autorità ucraine.
Per concludere c'è da menzionare il
fatto che il rischio di traffico è allarmante; in quanto, soprattutto i primi giorni
dell'esodo, si è verificata una quasi
totalità di mancanza delle credenziali
relative alle offerte di alloggio e di trasporto per i rifugiati specialmente per
quelli esterni, per la limitata capacità dei
servizi di protezione in proporzione al
volume degli sfollati e per la poca, nessuna formazione o inesperienza dei
volontari. È fondamentale creare solidi
sistemi di protezione in tutte le nazioni
di transito e di destinazione, nonché in
ogni valico di frontiera. La crisi umanitaria si sta trasformando in una tratta di
esseri umani.
Valeria Sirigu
27.05.2022