SPOPOLAMENTO, PAESITUDINE e PAESOLOGIA.
Un
sussidio per restare, senza scuole, asili, poste e altri servizi che
senso ha?
Quando si iniziava a parlare di Recovery Fund (poi PNRR) molti di noi
hanno pensato che quella, finalmente, poteva essere la possibilità
di ripensare a una politica di riconnessione dei territori e
rivitalizzazione dei paesi, soprattutto in Sardegna. Ci siamo anche
detti che, dopo tanti convegni sul tema dello spopolamemento, questo
era il momento di agire e di ripensare a una strategia che mettesse
al centro le persone. Ci abbiamo provato, come Articolo Uno Sardegna,
proponendo alla Giunta Regionale il nostro progetto "SARDILIENZA:
Resistere all'urto, rafforzando i territori". Proposta ovviamente
caduta nel vuoto.
A dicembre 2021, la Giunta regionale con grande enfasi, comunica che
nella finanziaria regionale per il 2022 ci saranno grandi novità per
la "lotta allo spopolamento". Si tratta, in effetti, di una serie
di misure di sostegno economico (what else?) per convincere le
persone a trasferirsi a vivere in comuni con meno di 3000 abitanti.
Tutto questo, però, lasciando invariato tutto il resto: scuole,
asili nido, connessioni, spazi di aggregazione, servizi finanziari,
strade, medici. Nulla. Per questa maggioranza basterebbe dare un
sussidio a una giovane coppia con figli per convincerli a trasferirsi
in luoghi tanto belli quanto abbandonati dai centri strategici.
Non può bastare, lo diciamo da tanto. E lo dice da tanto anche il
presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, l'inventore del
termine "Paesitudine" (un incontro tra paese e solitudine)
che già nel 2017 scriveva: "La Giunta
regionale dovrebbe non solo riorientare la spesa sui paesi e sulle
comunità (a cui deve aggiungere una vera politica sulle aree urbane
e sulle periferie), ma deve promuovere maggiore democrazia locale con
modifiche legislative profonde che riaffermino la centralità dei
comuni e delle comunità nel panorama istituzionale della Sardegna. A
questo si aggiunga una nuova politica dell'attenzione - in
contrapposizione a quella disattenta attuata fin'ora - sul
welfare di comunità, sui trasporti e lo sviluppo locale, sulla
scuola, sulla sanità. Con poderosi e inauditi - fin'ora -
investimenti sul capitale umano che ha maggiori potenzialità
inespresse: i bambini, i giovani e le donne".
E poi, citando Franco Arminio, poeta, scrittore e ideatore della
"casa della Paesologia": "In
Italia negli ultimi decenni l'unico progetto di ripopolamento che
ha funzionato è stato quello dei cinghiali. Ecco i tre punti su cui
agire: servizi, sviluppo locale, desiderio.Per rivitalizzare
l'economia dei luoghi servono persone che sanno dove stanno e che
hanno voglia di stare dove stanno. Alla fine è una questione
d'amore".