Nell'iniziare a scrivere questo
pezzo, mi sono sentito leggermente in difficoltà.
In questo momento, drammatico, per
le vicende della sinistra e per la storia
del Paese, scrivere di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro sembrerebbe quasi un abuso: un parlare di
vestiti puliti o di igiene personale, in
guerra, mentre si deve stare sdraiati
nel fango sotto il fischio delle granate
e dei proiettili della mitraglia. In realtà,
è proprio in questi momenti che bisogna alzare la testa e
reclamare il proprio
ruolo di esseri umani
quando, tutto intorno,
imperversano la brutalità e l'istinto predatorio
insieme ad un degenerato istinto di sopravvivenza, che sembrano
prendere il sopravvento
e riportare l'uomo alla
sua origine bestiale. Ho
pensato fosse giusto questo mio pensiero perché mi sono venute a memoria le parole di mio padre, quando raccontava di quei "ventiduemesisottoleesseesse", scrivo queste parole
così, come lui le pronunciava. In quella situazione, diceva, le persone morivano come mosche e uno dei fatti che
lo avevano tenuto in vita, era proprio
l'aver capito che bisognava, ad ogni
costo, perseguire l'igiene personale
ed evitare di mangiare le bucce di
patata recuperate dai rifiuti. In caso
contrario, oltre alla miriade di motivi
ed occasioni che potevano portarti
alla morte, si sarebbero aggiunti quelli dovuti ad infezioni da piaghe o
parassiti vari o alla dissenteria.
Bisognava, pur essendo ridotti a pelle
e ossa e totalmente annullati dalle
angherie degli aguzzini, mantenere
un tono: lavarsi (anche col ghiaccio) e
resistere alla fame.
Fatta questa premessa, devo precisare che, quando parlo di momento
drammatico, non mi riferisco certo
alla caduta del governo Draghi. A mio
modesto avviso si tratta solo di un pit
stop, una breve sosta per dare un
colpo, una spallata alle possibili resistenze verso il completamento del
programma di privatizzazione e
depredazione di tutto ciò che, un
tempo, era pubblico e che ancora è finanziato dagli Stati del vecchio continente. L'eventuale vittoria della destra
postfascista non inficerebbe minimamente questi programmi: loro intendono patriottico respingere i migranti o
finanziare le scuole private o, possibilmente, mandare l'esercito da qualche
parte a sparare. Non ci sono tracce di
opposizione alla privatizzazione, ad
esempio della sanità, che come sappiamo è depredata e squartata ovunque governi la destra in Italia. Dall'altra
parte c'è il PD, che ha letteralmente fatto fuori, e con metodi tutt'altro che
urbani, tutta la parte del partito che
ancora ragionava con qualche idea
egualitaria e, di contro, stringe convinte alleanze con forze politiche dai programmi potentemente liberisti e volti
all'attenzione, non già della persona
umana, del cittadino o del lavoratore,
ma all'adorazione del capitale, dell'impresa e, al massimo, del consumatore.
Cittadino, persona umana, lavoratore:
le tre definizioni contestualmente utilizzate proprio all'art.3 della Costituzione
per indicare le donne e gli uomini come
esseri sociali e, in specie, i lavoratori
che, sempre in base alla stessa Carta,
dovrebbero tutti poter partecipare
all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese.
Dall'orizzonte del
PD e della maggior parte degli attori
che attualmente si agitano intorno a
quel partito, sono ormai scomparse
definitivamente quelle tre definizioni e
questo rende il quadro politico attuale
abbastanza triste e monotono. Due
destre si contendono il governo del
Paese: una popolana e truce ( Meloni,
Salvini e il cavaliere nero ), l'altra
profondamente conservatrice ma con il
volto umano ( il PD ), che toglie i diritti
fondamentali alle persone, ai cittadini e
ai lavoratori, ma con il ditino mignolo
alzato e ruttando piano, con il fazzoletto di pizzo davanti alla bocca.