Quella volta in Italia per la giornata europea della giustizia
Ci sono diventate tristemente familiari in questi giorni le opere di un'artista afgana che forse, fino a un mese fa, era sconosciuta ai più. Si chiama Shamsia Hassani, classe 1988, nata in Iran da genitori scappati dall'Afganistan durante la guerra, ma tornata nella sua terra d'origine nel 2005 per studiare arte e poi diventare docente di scultura presso l'Università di Kabul.
La sua è una storia di lotta e di rivendicazione: colorare il suo Paese perché "voglio che sia ricordato per l'Arte e non per la Guerra". La svolta nella sua vita avviene nel 2010 quando incontra Chu, un artista del Regno Unito, durante un workshop a Kabul: Shamsia apprende l'arte dei murales e decide che questo è il tipo di linguaggio maggiormente in grado di raggiungere ogni angolo del suo Paese per lanciare un messaggio forte per i diritti negati e per la liberazione delle donne afgane.
La giovane Hassani inizia allora a colorare i muri con le sue immagini di donne senza bocca, che spesso stringono in mano un fiore di loto o uno strumento musicale, immagini di amore e di guerra: immagini di voglia di libertà. Nel gennaio 2015 apre il suo canale Instagram, seguitissimo in tutto il mondo: scorgendo le immagini si intravede un crescendo di inquietudine e di buio fino al precipitare della situazione con la presa di Kabul dell'agosto 2021. "I am safe" - sono al sicuro - scriverà poi in un post del 21 agosto per rassicurare tutti sulla sua vita e la sua salute. Nell'ottobre del 2017 Shamsia è in Italia, a Firenze, all'Istituto Leonardo Da Vinci, invitata in occasione della celebrazione della Giornat a Europea della Giustizia: il Comune aveva concesso 53 spazi liberi ai "graffittari" e il primo viene inaugurato proprio da un lavoro della Hassani.
L'opera, che ha nello sfondo una Firenze tutta blu, raffigura come sempre una donna senza bocca "perché le donne nel mio Paese non possono parlare o non vengono ascoltate, e tante situazioni sono impossibili da vedere". E oggi queste parole sono ancora più vere e ancora più amare. Forza giovane Shamsia, per te e per tutte le donne ci sia ancora il loto che fiorisce e la musica che inonda la Terra.
Letizia Janas