Ucraina al momento dell'indipendenza dall'URSS è
diventata la più estesa
Nazione (repubblica semipresidenziale) d'Europa; si trova a nord-est della
Romania, sulle sponde settentrionali
del Mar Nero. Era soprannominata il
granaio dell'URSS in quanto il suo territorio, in gran parte pianeggiante e collinare, è ancora dedito all'agricoltura; la
catena dei Carpazi si trova nell'estremo
sud-est nella parte meridionale della
penisola di Crimea dove sono rilevanti
le attività industriali legate alle risorse
minerarie. La Crimea appartiene de
iure all'Ucraina, ma dal 2014, de
facto alla Federazione Russa; da
ultimo ha riconosciuto anche le
autoproclamate Repubbliche di
Donetsk e Luhansk (il Donbass),
ovviamente non rispettando il
diritto internazionale.
Russia e Ucraina sono storicamente legate, la seconda è considerata la "culla" della cultura
moderna della prima. L'Ucraina,
dal IX secolo d.C., fu nucleo della
Rus' di Kiev, Stato monarchico medievale che si estendeva dalla Bielorussia
alla Russia; dal 1923 al 1991 è stata
una delle tante Repubbliche dell'ex
Unione Sovietica; dopo l'indipendenza
il rapporto con la "Grande Madre
Russa" è stato estremamente faticoso
perché si sono avvicendati governi filorussi e filo-occidentali, da ultimo quello
di Volodymyr Zelenskji. Il Paese ha
profonde divisioni regionali interne.
La crisi tra Russia ed Ucraina è sfociata dopo la Rivoluzione di Euromaidan
che ha destituito il Presidente
Janukovy; il Cremlino ha appoggiato i
movimenti separatisti russi avendo
necessità di Stati cuscinetto da interporre con l'UE e temendo un ulteriore
allargamento della NATO (dopo il collasso dell'URSS) a Est. Inoltre l'Ucraina
è uno snodo cruciale per la fornitura del
gas verso l'Europa occidentale.
Da Kiev passa oltre il 37% del gas
naturale diretto dalla Russia verso
l'Europa, percentuale che si è ridotta
progressivamente con la costruzione di
nuovi gasdotti con rotte alternative; però queste non consentono l'indipendenza dell'Europa dai gas naturali della
Russia. La chiusura dei "rubinetti" è
un'arma di ricatto eccezionale nei confronti dell'Europa. Anche il gasdotto
Nord Stream 2, che porterebbe l'energia direttamente in Germania attraverso il Baltico per diversificare le rotte di
approvvigionamento bypassando
l'Ucraina, sarebbe uno strumento di
pressione.
Dal 2014 l'Ucraina ha ricevuto il supporto militare del fronte occidentale
(Stati Uniti compresi) quantificato in 2,7
miliardi di dollari; facendo così riaffiorare le preoccupazioni di Mosca nel ritrovarsi come "vicini di casa" la NATO, in
quanto la considera una minaccia a
livello sia di sicurezza che simbolico.
Anche se l'ingresso dell'Ucraina nella
NATO è inverosimile, il Cremlino pretende alcune garanzie di limitazioni
delle azioni NATO nella regione, che
includono il divieto di ulteriori allargamenti e il ritiro delle forze da paesi che
si sono uniti all'Alleanza dopo il 1997
(un blog di Stati satelliti dell'Europa
orientale).
Valeria Sirigu
22-02-2022