Tornando al Garante per l'infanzia e l'adolescenza, che per sua natura "svolge
la propria attività in piena autonomia e
con indipendenza di giudizio e valutazione, senza alcuna forma di controllo
gerarchico", leggendo la norma istitutiva
scopriamo che la stessa ha compiti
importanti per la diffusione della cultura
dell'infanzia e dell'adolescenza, per vigilare sull'applicazione delle convenzioni
internazionali e sulle condizioni dei minori a rischio di emarginazione e discriminazione, per la segnalazione ai servizi
sociali e all'autorità giudiziaria dei fenomeni di disagio minorile, per la comunicazione alle amministrazioni pubbliche
delle situazioni di danno o di rischio per i
minori, per verificare l'operato degli organi di comunicazione e per elaborare i dati
relativi alla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito regionale.
Importante anche il ruolo che il Garante
dovrebbe svolgere a sostegno dei minori stranieri, anche non accompagnati e
per la tutela dei minori in comunità. A
questo proposito, l'ultimo rapporto, titolato "Rilevazione sui minori di età inseriti in
strutture residenziali presenti sul territorio
della Regione Sardegna" è datato
30.06.2020.
La pandemia, che in questi due anni ha
sconvolto e attraversato le nostre vite, ha
chiaramente avuto effetti importanti
anche nei bambini e negli adolescenti.
Anzi, proprio la popolazione infantile,
secondo diversi studi pubblicati, ha subito i maggiori contraccolpi nella vita quotidiana. Tra i vari rapporti sul tema, citiamo
quello edito a maggio del 2022
dall'Autorità Garante per l'Infanzia e
l'Adolescenza in collaborazione con
l'Istituto Superiore di Sanità dal titolo
"Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi". In particolare,
nel rapporto si evidenzia un impatto considerevole "sulla vita dei minori di età e
delle loro famiglie, determinando un
generale senso di incertezza e disorientamento in tutta la popolazione. In particolare, nei bambini e adolescenti, la pandemia ha determinato un insieme di fragilità di entità crescente, come l'aggravamento di disturbi neuropsichici già diagnosticati e l'esordio di disturbi in soggetti vulnerabili (es. minorenni inseriti in
contesti di svantaggio socio-culturale,
migratorio, con disabilità o altre vulnerabilità), o in soggetti sani. I professionisti
hanno assistito a una vera e propria
"emergenza salute mentale"
dovuta al continuo aumento
delle richieste in tale ambito". In
calce al Documento, l'Autorità
Nazionale indica anche delle
Raccomandazioni rivolte alle
istituzioni e in particolare richiede alle Regioni "di garantire la
presenza di contenuti specifici
sul neurosviluppo e sulla salute
mentale dei minori nei percorsi
di formazione manageriale e
tecnico-professionale, come
previsti dal Piano nazionale di
ripresa e resilienza, anche
orientati all'utilizzo efficace delle
piattaforme di telemedicina da utilizzare
per alcune attività e/o in caso di necessità secondo criteri di appropriatezza e
opportunità da valutarsi caso per caso,
assicurando, in tal modo, migliore qualità
della cura e continuità del servizio e delle
prestazioni".
La mancata nomina del Garante per l'infanzia e l'Adolescenza non è l'unico problema sul tavolo, è chiaro, ma è un
segnale di quanto la condizione dei
bambini e dei ragazzi in Sardegna non
sia una priorità nell'agenda politica regionale. L'aumento dei suicidi tra gli adolescenti, il crescente disagio minorile, la
diffusione delle dipendenze e l'abuso di
device elettronici, l'aumento della dispersione scolastica e, in generale, l'allargamento della forbice delle disparità sociali, dovrebbero essere dei campanelli d'allarme cosi forti da determinare delle
azioni ad hoc. Invece tutto tace dai
palazzi del potere.
Con buona pace dell'infanzia e dell'adolescenza.
Letizia Janas
18.07.2022