Questo conflitto è la conseguenza di anni di violenze, soprusi e
scelte politiche, la cui responsabilità è condivisa tra diversi
attori. Dal 2014 i territori dell'Ucraina orientale sono
interessati da tensioni e da spargimento di sangue. Non dobbiamo
dimenticare la strage di Odessa, in cui almeno 42 persone furono
uccise da gruppi armati neonazisti. A quella strage non seguì alcun
processo. Diversi osservatori internazionali sottolineano come la
possibile adesione dell'Ucraina alla Nato, paventata negli ultimi
anni, abbia decisamente inasprito la tensione nel Paese. Ugualmente,
ha contribuito alla escalation l'ingerenza nelle elezioni politiche
dei paesi al confine con la Russia da parte dei Paesi filoccidentali.
La situazione, insomma, è complessa, e non possiamo accettare la
narrazione semplicistica dei buoni contro i cattivi.
Fermare Putin e l'esercito russo è un dovere imperativo e dobbiamo
essere capaci di tenere aperto un dialogo perché l'alternativa
alla trattativa è la terza guerra mondiale, certamente di profilo
nucleare.
E' dovere quindi del nostro Paese e dell'intera Europa perseguire
fino all'ultimo tentativo tutte le strade di mediazione possibili.
Per fare questo è necessario cambiare rotta rispetto alla politica
estera europea finora espressa, completamente appiattita sulle
posizioni americane. Occorre rivendicare un'autonomia ampia che
possa effettivamente garantire all'Europa un ruolo di mediatore
credibile e, con questo ruolo, convocare il prima possibile delle
Conferenze di Pace. Dovremmo realmente iniziare ad immaginare un
superamento europeo della Nato, e rafforzare l'Europa e le Nazioni
Unite come forze di interposizione.
Se vogliamo evitare un conflitto mondiale che potrebbe avere
ripercussioni devastanti dobbiamo a tutti i costi costruire la pace,
promuovere il disarmo e una soluzione nonviolenta del conflitto
attraverso le azioni diplomatiche. Questi messaggi devono
moltiplicarsi dalle nostre piazze, dalle nostre sezioni, nelle
riunioni delle associazioni di cui facciamo parte, nelle assemblee
pubbliche dei nostri consigli comunali e regionali, dei nostri
sindacati.
Interveniamo in ogni contesto possibile per promuovere il disarmo,
l'unica via che potrà evitare una guerra con conseguenze
spaventose ed inimmaginabili.
Il Segretario Regionale
Luca Pizzuto