le
mosse del Governo Draghi:
A
causa della crisi
Ucraina,
a fronte delle incertezze di approvvigionamento Gas il Governo Draghi
imbocca pertanto tre strade parallele nel breve e
medio
termine:
Diversifica
approvvigionamenti di Metano, anche mediante incremento della quota
di origine nazionale;
Compensa
le eventuali transitorie incertezze delle produzioni termoelettriche
da Metano con quelle da Carbone e
Olio Combustibile;
Favorisce
nuovi investimenti in Fonti di Energia Rinnovabile, mediante
semplificazioni di ordine burocratico.
Il
D.Lgs. n°16 del 28/02/2022
prevede in particolare un "Programma
di massimizzazione dell'impiego degli impianti di generazione di
energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che
utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare
esercizio, per il periodo stimato di durata dell'emergenza, fermo
restando il contributo degli impianti
alimentati a energie rinnovabili ".
È
pertanto evidente che ad oggi non
risulta alcuna volontà del Governo italiano di rimettere in
discussione il Piano di Chiusura dell'ultima Miniera Italiana di
Carbone.
Ma
il Carbone Sulcis può avere un Ruolo?
Premesso
che la Produzione Termo-Elettrica da Carbone implica generalmente
impatti su ambiente ed abitanti dei Territori in cui insiste, se
volessimo spingerci ad ipotizzare un eventuale ruolo del Carbone
presente nel nostro Territorio occorrerebbe valutare anzitutto
l'effettiva sussistenza di un mercato che tale prodotto potrebbe
soddisfare, in assenza di Aiuti di Stato. Il Problema degli Aiuti di
Stato non risulta invece sussistere per il Metano nazionale, in
quanto notoriamente penalizzato dal punto di vista Autorizzativo, e
non dal punto di vista Tecnico-Economico.
Con
riferimento alla recente interrogazione in Senato, un eventuale ruolo
di "Riserva Strategica Nazionale" per il nostro Carbone potrebbe
pertanto essere valutato nell'ambito di un nuovo Affidamento, a
Soggetto di natura pubblica o privata, una volta verificata
l'effettiva necessità di tale Funzione di Pubblico Interesse.
In
che modo si potrebbe allora valutare l'effettiva necessità di una
Riserva Strategica Nazionale di Carbone? Si potrebbe iniziare ad
esempio provando a rispondere alla seguente domanda:
"Con
quale probabilità gli Operatori del Settore potranno avere
difficoltà a reperire Carbon-Fossile sui mercati internazionali?"
https://ember-climate.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-Europe-Half-Year-report.pdf
Considerate
anche le esplicite
Dichiarazioni della Ministro della Transizione Ecologica,
la risposta a tale domanda potrà apparire anche banale per gli
"addetti ai lavori", ma fornisce tuttavia una stima
dell'effettiva necessità della suddetta "Funzione di Pubblico
Interesse".
ed
il Territorio?
Senza
nulla togliere all'opportunità di mantenere una Riserva di
Carbon-Fossile "a vista", le Soluzioni concrete sia nel
breve che nel lungo termine all'attuale Crisi Energetica sono sul
Tavolo da anni, in particolare Rinnovabili e
Rigassificatori.
Anziché
perseguire tali Soluzioni con coerenza e determinazione, alcuni
"portatori di interesse" preferiscono rimanere
strumentalmente agganciati a paradigmi che appartengono al secolo
scorso, anziché pretendere l'accesso alle ingenti Risorse
disponibili per uno Sviluppo Sostenibile, peraltro destinate
specificatamente al nostro Territorio nell'ambito del Just
Transition Fund
- JTF.
Fabrizio
Andreini