Intervista alla Sindaca di Guasila
Paola Casula, al secondo mandato come prima cittadina
Il 9 maggio 2022 si è tenuto a Cagliari il convegno dal titolo "Energie Rinnovabili e transizione energetica. Terra, sole e vento: beni comuni per la collettività o merci privatizzabili?". Tra i relatori, anche Paola Casula, vicesegretaria di Articolo Uno Sardegna e Sindaca di Guasila. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei sui temi che ha esposto nel convegno.
D. Paola Casula, rispetto alla tua percezione, come sindaca e come donna che fa politica, qual è il contesto di transizione che stiamo vivendo?
R. La transizione ecologica e la transizione energetica non sono più rinviabili e la transizione energetica è la carta fondamentale per il futuro della nostra Isola. Si pensi che anche il vecchio ministero dell'ambiente è passato ad essere Ministero della Transizione Ecologica, assorbendo al suo interno anche le deleghe per l'energia. Entro il 2050 siamo tenuti al raggiungimento dell'obiettivo ambizioso di conseguimento della neutralità climatica ed entro il 2030 dovremmo ridurre del 55% le emissioni di CO2. Obiettivi difficili e complessi che richiedono uno sforzo da parte dell'intero Pianeta. D. Come interviene il PNRR sul processo di transizione energetica? R. Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, promuove una nuova ripresa economica all'insegna della transizione ecologica. La missione 2 denominata "Rivoluzione verde e Transizione ecologica" è la missione con il maggiore finanziamento rispetto all'intero piano con un investimento di quasi 60 miliardi rappresentante il 31% sul totale delle risorse. I progetti nella missione 2 hanno l'obiettivo di favorire la transizione ecologica nel nostro Paese puntando su energie rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto sostenibile. La partecipazione attiva al processo di transizione energetica assume particolare importanza nella linea "Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo" sulla componente 2 - Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile - che si concentra sul sostegno e la promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) consentendo così di estendere la sperimentazione avviata nel 2020, con la Legge 8 del 28/02/2020. Le CER sono oggi la modalità più efficace e attuale per produrre energia green alle quali dovranno necessariamente affiancarsi altre soluzioni sostenibili fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi 2030, come l'eolico, il fotovoltaico sui tetti, l'agri voltaico, l'efficientamento industriale e il Biometano. Il PNRR per primo incoraggia e incentiva lo sviluppo delle CER nei comuni inferiori ai 5000 abitanti prevedendo il coinvolgimento delle Pubbliche amministrazioni, delle famiglie e delle microimprese. E già con il progetto Sardilienza, e cioè l'insieme delle strategie elaborate e proposte da Articolo Uno Sardegna oltre un anno fa sulla visione di Sardegna futura da realizzare con i fondi del PNRR, le comunità energetiche rappresentavano il nodo per resistere all'urto della pandemia rafforzando i territori. D. Cosa sono le comunità energetiche e come funzionano?
R. Il quadro normativo attuale sulle Comunità Energetiche Rinnovabili è definito dal Decreto Legislativo n. 199/2021 di recepimento della direttiva europea Red II. Sono un modello di condivisione energetica e di consumo diffuso. I soggetti interessati alla costituzione di una CER si costituiscono in associazione ne, o forme di cooperazione e impresa, con carattere no profit.
Si tratta di una forma di partecipazione
volontaria tra produttori e consumatori:
quindi, possono far parte della CER le
amministrazioni pubbliche, i cittadini,
le piccole medie imprese e altre organizzazioni pubbliche e private.
Successivamente alla costituzione
della comunità energetica, è necessario provvedere alla realizzazione degli
impianti.
Questa fase è molto importante
soprattutto per quanto riguarda le fonti
di finanziamento, che possono essere
direttamente dei soci, che siano pubblici o privati, o anche da parte di un
soggetto terzo (ESCO).
Le CER una volta entrate in esercizio
richiedono gli incentivi al GSE.
Ciascun membro continua a pagare
l'energia al proprio fornitore energetico
e gli incentivi sono erogati a conguaglio e poi è la comunità stessa che
definisce la ripartizione dei benefici tra
i membri o può scegliere di utilizzare i
fondi per altri scopi.
Inoltre, la produzione di energia in
eccedenza (a differenza di quanto
accade con il cosiddetto "Scambio sul
posto") viene condivisa con gli altri
membri della comunità attraverso la
rete esistente.
Si può dire quindi che, con le comunità
energetiche, si ha un miglior sfruttamento delle superfici permettendo di
installare impianti più potenti e contemporaneamente un aumento dei
benefici economici non solo da parte
del proprietario dell'impianto ma per
l'intera comunità.
D. Quindi perché oggi i Sindaci e le
Sindache dovrebbero partecipare a
questo processo innovativo?
R. È evidente che le CER hanno un
ruolo di rilevante importanza nel processo di transizione energetica, ed è
importante ricordare che l'Italia si pone
come obiettivo la produzione, entro il
2030, di 17,2 GigaWatt attraverso le
comunità energetiche.
Le Comunità sono però anche un
importante esercizio di democrazia
energetica che parte dal basso, dove
viene messo in primo piano il cittadino
che si sente partecipe al processo di
decarbonizzazione.
Consente inoltre, in questo periodo di grossi rincari energetici per tutti i settori produttivi e per le famiglie oltre che
gli enti pubblici, di combattere attraverso gli incentivi la cosiddetta povertà
energetica.
Si può anche osare nel dire che le
comunità energetiche hanno un importante ruolo nei processi di sviluppo
delle piccole comunità perché permettono di rafforzare le politiche contro lo
spopolamento e di conservazione dell'identità
dei piccoli centri attraverso una maggiore
coesione sociale.
D. Quante sono le
CER in Sardegna?
R. Diversi comuni
hanno attualmente
avviato un percorso di
animazione per l'avvio
di comunità energetiche, ma attualmente in
Sardegna ci sono solo
due CER di cui alla
direttiva RED II, il cui
processo di partecipazione si è concluso nei
comuni di
Ussaramanna e
Villanovaforru, che
hanno già approvato e
registrato lo Statuto.
La Regione Sardegna,
per quanto riguarda le
CER, svolge oggi un
ruolo nelle attività di promozione, affiancamento
tecnico e animazione
territoriale il cui tavolo
tecnico è già stato
avviato.
Partecipano al tavolo il direttivo
dell'Anci e del Consiglio delle
Autonomie locali, oltre che il mondo
dell'università e della cooperazione, e
svolgeranno un ruolo fondamentale
per la buona riuscita del percorso di
animazione territoriale che consentirà
di redistribuire oltre 140 milioni dal Pnrr
nei 315 comuni sotto i 5.000 abitanti
della nostra Regione.