L'associazione "Assemblea Permanente" ha presentato la sua lista
Assemblea Permanente si presenta per le comunali del 10 e 11 Ottobre a Villacidro con una lista di 9 donne e 7 uomini e io avrò l'onore di rappresentarla nella veste di candidato sindaco.
Nata nel 2015 da un esempio di forte partecipazione e di volontà dei cittadini di farsi carico della gestione della cosa pubblica, Assemblea Permanente intende portare la sua esperienza nell'amministrazione comunale attraverso la liberazione degli spazi pubblici e politici, per una politica realmente partecipata, trasparente e al servizio della collettività. Partecipiamo alla corsa elettorale forti di un consolidato sostegno popolare e caratterizzati dall'essere l'unico gruppo politico nel territorio realmente attivo e in costante crescita.
A distinguerci dagli altri è la modalità con cui siamo nati e ci muoviamo. Non dipendendo da organizzazioni politiche esterne, la nostra libertà di movimento è totale ma saldamente vincolata agli irrinunciabili principi dell'antirazzismo e dell'antifascismo. Siamo nati a Villacidro per occuparci dei temi e delle problematiche del nostro territorio e della nostra isola, ma agiamo a tutti i livelli, occupandoci di salute e servizi sociosanitari, beni comuni, del paesaggio e dell'ambiente, tutela del territorio, lavoro e benessere dei lavoratori, decoro urbano, cura delle periferie e del verde pubblico, promuovendo la partecipazione attiva della comunità alla vita politica. Ma siamo anche per il diritto all'autodeterminazione, contro ogni forma di servitù e colonialismo, in terra sarda e in tutto il mondo. Perciò partecipiamo attivamente alle lotte contro le basi militari, contro la speculazione delle finte rinnovabili e il furto di territorio per la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali quando questi non hanno alcun fine utile per la collettività. Abbiamo promosso la costituzione di comitati, associazioni e gruppi di acquisto per occuparci di arte e cultura, lingua sarda, cinema, biodiversità, cibo a chilometro zero, e perciò di qualità della vita, occupazione, alimentazione sana e accessibile a tutti. Viviamo intensamente il nostro territorio e intendiamo compiere ogni sforzo per godere delle risorse che questo ci offre e mette a disposizione. Pertanto, la nostra azione è rivolta a conoscere meglio e far comprendere la ricchezza del nostro patrimonio materiale e immateriale, così da poterlo rendere fruibile e, nel contempo, tutelarlo e preservarlo portando avanti azioni di recupero di quanto nel corso degli ultimi decenni è stato distrutto e degradato. La modernità nel Campidano come nel resto della Sardegna ha significato sovente consumo di territorio e inquinamento ambientale, modifica del paesaggio, stravolgimento delle attività tradizionali, della cultura e della nostra stessa società, in nome di un'industrializzazione durata giusto il tempo di iniziare a conoscerne i disastri ma i cui strascichi sono ancora oggi evidenti con tassi di mortalità e morbilità ben oltre la media. Noi, perciò, esistiamo e ci battiamo per riprendere in mano le nostre esistenze e il nostro destino. Vogliamo metterci in relazione con il mondo esterno senza intermediazioni, consapevoli di avere le risorse umane e tecniche per farlo. Ciò non significa illudersi di bastare a se stessi o non riconoscere la necessità che vi debbano essere diversi livelli decisionali, dipendentemente dalla dimensione dei territori coinvolti, ma significa piuttosto rivendicare il diritto di confrontarsi con gli altri alla pari e prendere parte ai processi decisionali senza subirli.
In quest'epoca di profonda crisi ambientale e climatica, in cui il logico cammino da intraprendere dovrebbe indirizzarsi verso la sobrietà, la riduzione dei consu-mi e degli sprechi, siamo invece sottoposti ad un assalto senza precedenti alle risorse e ai territori. Ci sentiamo inermi di fronte allo strapotere delle multinazionali, le quali, come di consueto, approfittano della debolezza della politica, della fragilità dei territori, della povertà e della disoccupazione, per azionare la leva del ricatto lavorativo. Ma il lavoro dov'è? Il lavoro e le opportunità, paradossalmente, sono proprio lì dove sembrano mancare. Le azioni di contrasto al cambiamento climatico devono inevitabilmente comprendere la rilocalizzazione delle attività produttive, gli interventi di assetto idrogeologico del territorio, la riqualificazione urbanistica, l'incentivazione dell'agricoltura biologica, la selezione di specie più idonee ad affrontare il riscaldamento globale, il potenziamento dei servizi e dell'assistenza sociale e medica di base, la decentralizzazione della produzione energetica a favore delle comunità energetiche. L'Unione europea in tal senso ha previsto lo stanziamento di 750 miliardi di euro, di cui oltre 190 destinati all'Italia. Soldi che, ovviamente, hanno stimolato l'appetito degli speculatori i quali, come stiamo constatando, puntano sulla privatizzazione selvaggia, lo smantellamento della scuola pubblica e dei servizi essenziali, la riproposizione dei grandi progetti infrastrutturali, in un cortocircuito totale in cui il fossile viene riproposto in chiave ecologica. Sta a tutti noi fare in modo che questi fondi rappresentino un'opportunità e impiegarli per correggere la rotta. È una questione di sopravvivenza, ed è dalle comunità, proprio dalla difesa dei nostri territori, delle nostre scuole, degli ospedali e dei servizi che la lotta si deve sviluppare e articolare a un livello più generale. Ecco, Assemblea Permanente, pur nella sua dimensione locale, è inserita all'interno di queste dinamiche politiche, apparentemente troppo grandi perché una realtà di meno di 14.000 abitanti possa farvi fronte. Ma 10, 100 Assemblee Permanenti sono in grado di reggere il peso di uno scontro ciclopico. Ed è proprio partendo dalle amministrazioni locali che questo scontro può e deve essere sostenuto e portato avanti
Antonio Muscas
Candidato Sindaco a Villacidro