Le Nazioni Unite hanno decretato il
25 luglio Giornata Mondiale per la
Prevenzione dell'Annegamento, per
sensibilizzare l'opinione pubblica ed
i governi su questo fenomeno tragico
che ogni anno miete centinaia di
migliaia di vittime e quindi offrire
soluzioni per salvare vite umane. Si
definisce annegamento il processo
in cinque fasi di sofferenze respiratorie (per asfissia acuta) dovute alla
sommersione di un corpo o all'immersione dei soli orifizi respiratori in
un liquido; questo può avere nessuna conseguenza o comportare morbilità e persino la morte. Le misure
per prevenirlo sarebbero multisettoriali e riguarderebbero: l'installazione
di barriere per controllare l'accesso
alle aree d'acqua pericolose; fornire
sistemi d'assistenza comunitaria
supervisionati per i bambini in età
prescolare; fare corsi di nuoto, sicurezza in acqua e di salvataggio sicuro nelle scuole; organizzare corsi di
salvataggio e rianimazione per formare qualunque persona; stabilire e
applicare le norme di navigazione
sicura e trasporto marittimo; migliorare la gestione del rischio di alluvioni. Queste sono soluzioni a basso
costo
A causa della non applicazione delle
suddette precauzioni ogni anno i
decessi per annegamento sono più
di 236.000, una delle principali
cause di morte tra soggetti di età
compresa tra 1 e 24 anni e la terza
per lesioni in tutto il mondo; oltre il
90% decessi si verifica nei paesi a
basso e medio reddito e i bambini
con meno di cinque anni sono gli
individui più a rischio.
La maggior parte delle morti avviene
durante attività quotidiane, quali:
fare il bagno nei fiumi e nel mare,
andare a prendere l'acqua per uso
domestico, viaggiare su barche o
traghetti e pescare; ma anche i monsoni ed altri eventi meteorologici stagionali o estremi possono essere
una causa frequente di questo tipo di
tragedie.
Valeria Sirigu