Sono
stati anni di presidi, scioperi della fame, sit-in davanti ai luoghi
di lavoro e sotto le sedi istituzionali,
con il supporto di CGIL, CISL e UIL e i tentativi di coinvolgimento
della classe politica isolana. In particolare, da diversi esponenti
di centro sinistra e dalla Giunta 2014-2019 guidata da Francesco
Pigliaru, venne portato avanti un lavoro di approfondimento dal quale
emerse che nel triennio precedente a quella legislatura erano stati
erogate risorse per prestazioni sanitarie pari a 140 milioni di euro.
Il lavoro della precedente maggioranza regionale arrivò, attraverso
un difficoltoso percorso di ricostruzione e studio, a trovare una
soluzione al monopolio di fatto dell'AIAS attraverso la
costituzione di una società in house a partecipazione mista,
pubblica e privata. "La
Società SAS DOMOS è costituita il 5 dicembre 2018 come Società
Consortile a responsabilità limitata, per l'attuazione del
progetto di sperimentazione gestionale autorizzato con Deliberazione
della Giunta Regionale della Sardegna n. 57/55 del 21.11.2018,
finalizzata a sviluppare la gestione di servizi relativi all'attività
sanitaria e socio-sanitaria, sia assistenziale sia di supporto a
questa":
così
è scritto a tuttoggi sulla pagina istituzionale
(https://www.atssardegna.it/index.php?xsl=115&s=63784&v=2&c=5152&httphst=asl.regione.sardegna.it),
ma la società non esiste più.
Infatti
con una Nota del 26 marzo 2019, il Presidente Christian Solinas, neo
eletto alla guida della Regione Sardegna, in
uno dei suoi primi atti, ordina uno stop alle attività dei direttori
generali delle aziende sanitarie.
Tutte.
Non risparmia neppure Sas
Domos, che da quel momento in poi, completamente svuotata, muore
prima di essere diventata operativa.
Il
Consiglio Regionale, nel frattempo, in seguito ad un ordine del
giorno del 25 giugno 2019 istituisce la "Commissione
d'inchiesta sul perdurare dello stato di insolvenza economica
dell'AIAS" che,
nell'ottobre 2019 trasmette la relazione conclusiva, poi approvata
dall'assemblea sarda. Nel Documento, oltre all'evidenziazione
della situazione critica dell'esposizione debitoria dell'ente, il
consiglio da mandato alla Giunta Regionale "affinché
sia immediatamente dato seguito ad ogni possibile soluzione che
garantisca il superamento dello "status quo", puntando in
prima istanza a dare garanzia di continuità delle prestazioni
assistenziali agli utenti e garantendo tutti i livelli
occupazionali".
Da
allora sono passati quasi
tre anni
e in questo periodo di tempo si sono succedute proteste, battaglie
legali, molte delle quali nello scenario del Tribunale del Lavoro: i
dipendenti richiedevano somme arretrate mediamente per importi da
15000 a 20000 euro pro capite. La
situazione debitoria cui AIAS era esposta
nei confronti dei dipendenti determina, nell'ottobre 2019, la
segnalazione al
Tribunale Fallimentare
e
la successiva
istanza di fallimento. Tale procedura fu sospesa a seguito di una
disposizione del giudice fallimentare,
che
dava
assenso
alla più favorevole procedura
di concordato preventivo.
E'
di questi giorni la notizia che il giudice del Tribunale
fallimentare, dopo
più di due anni di operatività della procedura concordataria,
ha bloccato la procedura di concordato per aver
rilevato la presenza
di gravi criticità: mancata regolarizzazione della società;
sopravvalutazione del patrimonio per un importo di oltre 26 milioni
di euro; impossibilità dei Commissari giudiziali di svolgere
compiutamente i controlli previsti a causa delle modalità di tenuta
della contabilità; andamento reddituale negativo della continuità
in contrasto con le previsioni del piano. Il giudice ha poi stabilito
la comparizione dell'AIAS e le società a Lei collegate in camera
di consiglio per l'udienza collegiale, il 21 Aprile 2022 alle ore
10,30, per l'accertamento dei presupposti per la revoca
all'ammissione del concordato preventivo e l'eventuale
dichiarazione di fallimento.
Ma
ora cosa succederà? Quale destino potrà avere l'AIAS qualora il
concordato fosse effettivamente respinto? Che tipo di assistenza
avranno i pazienti? E che destino spetterà ai lavoratori di AIAS?
I
lavoratori
e
le lavoratrici iscritti alla FP della CGIL hanno indetto una
assemblea il 16 marzo scorso e
si sono confrontati con gli uffici legali, i Segretari regionali e i
delegati sindacali della Cgil , manifestando tutte le loro
preoccupazioni per il futuro e per il recupero dei crediti da loro
vantati, soprattutto alla luce del fatto che la Regione Sardegna,
attraverso l'Assessorato alla Sanità, ancora non ha preso una
posizione e non ha chiarito quali procedure vuole porre in essere per
il mantenimento dei livelli occupazionali e per la prosecuzione dei
servizi erogati attualmente dall'AIAS qualora essa è andasse in
fallimento.
Resta
il grande rammarico
di aver accantonato il progetto di SAS DOMOS e di aver buttato via la
possibilità di risolvere una situazione incancrenita di disservizi,
sprechi e malagestione. A chi giova tutto ciò? Non ai dipendenti e
non sicuramente alle migliaia di assistiti.
E'
più
che mai urgente che la politica metta mano alla situazione. Il tempo
sta per scadere.
Letizia Janas